La scelta della Germania come paese ospitante per Euro 2024 è stata decisa nel 2018, in occasione della riunione del Comitato Esecutivo UEFA a Nyon. I tedeschi hanno battuto la candidatura della Turchia, unica altra nazione in corsa. I teutonici hanno ospitato per la prima volta la massima competizione europea. In realtà si conta un precedente, quello del 1988, ma in quel frangente il paese non era ancora riunito e ad ospitare l’evento fu la Germania Ovest. A prescindere però dall’ospitare o meno il torneo, il legame tra i tedeschi e questa manifestazione è molto solido, senza mai mancare una partecipazione dal 1972 in avanti (con riferimento sia alla Germania Ovest che a quella riunita).
Molto più recente rispetto alla decisione della sede è stato il sorteggio per la fase a gironi, arrivato a margine della conclusione delle partite di qualificazione. L’urna di Amburgo, il 2 dicembre scorso, ha decretato la composizione dei 6 gironi, con i tedeschi inseriti nel gruppo A.
Le date salienti di Euro 2024 sono certamente il 14 giugno e il 14 luglio. La prima ha coinciso con il match inaugurale mentre l’ultima ha ospitato la finale. La partita d’esordio, come di consueto, è stata della nazione ospitante, con la Germania che ha letteralmente passeggiato sulla Scozia, trionfando per 5 a 1.
Il 14 luglio si è invece tenuta la finalissima, che ha visto fronteggiarsi Spagna e Inghilterra. La cornice è stata l’Olympiastadion di Berlino, letteralmente invaso da un fiume rosso, a dimostrazione di una presenza molto maggiore dei tifosi iberici rispetto agli inglesi. A trionfare furono Alvaro Morata e compagni per 2 a 1, trascinati dai gioielli Nico Williams e Yamal. I giallorossi sono così diventati la prima nazionale ad aver raggiunto quattro vittorie degli Europei nella storia.
Le marcature degli Europei di Germania 2024 sono state in tutto 117, dalla fase a gironi fino alla finale. La gran parte di questi è arrivata calciando con il piede destro, ben 60, mentre solo 28 sono arrivati dai mancini. 18 sono stati i colpi di testa finiti in rete e ben 10 gli autogol. Uno viene invece conteggiato, secondo le statistiche ufficiali diramate dalla UEFA, come “altro”.
Quello che si può evidenziare, anche facendo un confronto con le precedenti edizioni, è un trend stabile o in salita per quanto riguarda le autoreti. È un sintomo di un modo più moderno di interpretare la disciplina: i cross bassi sono divenuti ormai una costante nel modo di giocare di determinate squadre ed è proprio in quel frangente che sono più frequenti gli autogol.
Parlando invece della media gol del torneo, si è arrivati a 2,29 a partita. Un dato più basso rispetto all’edizione itinerante del 2020 (giocata poi nel 2021), ma a dimostrazione della competitività sempre maggiore del calcio europeo. Soprattutto quest’anno, molte nazionali hanno avuto la possibilità di lasciare segni concreti, come nello storico passaggio del turno della Georgia.
Un altro interessante spunto di riflessione riguarda la zona del campo da cui sono stati segnati i gol. la maggior parte di questi è stata siglata a partire dall’area di rigore, inclusa l’area piccola: ben 98 sul totale. Più rari sono apparsi i tiri con esito positivo al di fuori dell’area, 19 in tutto. Anche in questo caso è possibile far emergere una tendenza del calcio moderno: un tentativo continuo di portar palla e macinare azioni da gol fin dentro l’area di rigore, affidandosi meno al gol dalla distanza, che si può tradurre come exploit dei singoli calciatori.
Racconta molto del calcio moderno anche il numero di gol messi a segno su calcio di punizione (diretti): 0. Il dato certifica il trend in discesa che era già stato notato nelle edizioni del 2012 e del 2020, quando in entrambe le circostanze era stata siglata una sola rete. Gli analisti e gli osservatori del mondo del pallone sembrano aver elaborato almeno due possibili spiegazioni che, unite tra loro, possono contribuire a comprendere questo vistoso calo. In primo luogo un miglioramento evidente delle doti dei portieri, sempre più agili tra le porte, oltre che una struttura difensiva sempre più rigida attorno all’estremo difensore.
Una chiusura interessante riguardo alla sezione dedicata alle marcature può essere offerta dalle carte d’identità di chi ha segnato. In modo specifico, il riferimento va al più giovane e al più anziano. Il primo è senza dubbio Lamine Yamal, che oltre ad aver timbrato il cartellino delle marcature, il primo record è stato infranto solo scendendo in campo, diventando il più giovane di sempre (a 16 anni e 338 giorni). Sul fronte opposto si trova invece Luca Modric, che ha siglato contro l’Italia a 38 anni e 289 giorni.
L’Europeo tedesco si è svolto in dieci differenti città della Germania, tutti impianti già presenti su suolo teutonico ma alcuni dei quali rimodernati. Ciascuna di queste tappe ha avuto uno o più atleti che hanno indossato i panni di ambasciatori dell’evento.
A Berlino questo ruolo è stato assunto da Kevin-Prince Boateng mentre a Colonia è stato Harald Schumacher. A Dortmund si sono avvicendati Roman Weidenfeller e Annike Krahn mentre a Düsseldorf è stato il turno di Martina Voss-Tecklenburg, Sandra Mikolaschek e Selin Oruz. Spostando l’attenzione su Francoforte, qui è stata la volta di Alex Meier e Deborah Levi mentre a Gelsenkirchen l’unico ambasciatore è stato Gerald Asamoah. Solo uno anche per Amburgo e Monaco, rispettivamente Patrick Esume e Felix Brych. A Lipsia hanno invece presenziato Jorg Junhold, Anja Mittag e Jurgen Zielinski. A Stoccarda, infine, questo ruolo è stato ricoperto da Cacau, Niko Kappel e Eli Seitz.
A questo corposo numero di ambasciatori ufficiali disseminati lungo le sedi dell’evento, occorre aggiungere un gruppo molto più numeroso composto dai volontari di Euro 2024. L’organizzazione ha fatto sapere come sia pervenute oltre 146mila richieste. Tra queste, sono 16mila quelle selezionate, con persone provenienti da 124 nazioni differenti. Numeri che lasciano intendere l’enorme seguito di questo sport, capace di attirare l’interesse di milioni e milioni di persone.
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