Dom 28 Luglio 2024

Flop Italia agli Europei 2024: è di nuovo anno 0

L’uscita anticipata dell’Italia dagli Europei di calcio 2024 ha fatto molto rumore. In primo luogo perché gli Azzurri si presentavano ai blocchi di partenza da campioni in carica e ci si attendeva un rendimento decisamente superiore. In secondo luogo, a destare particolare stupore (oltre che imbarazzo) è il modo in cui è avvenuta l’eliminazione. Nel match contro la Svizzera, gli uomini del CT Spalletti non sono mai riusciti a tirare nello specchio di porta, tranne un paio di occasioni maturate solo nei minuti finali. Nel complesso l’undici azzurro non ha mai dato l’impressione di sapere come stare in campo, con una totale assenza di geometrie o schemi di gioco.

Come spesso accade in queste circostanze, è inevitabile la caccia al colpevole. In questo caso, però, è impossibile non concordare sul fatto che le responsabilità vadano equamente suddivise. La colpa non può essere tutta dei giocatori, ovviamente, con il commissario tecnico che ha certamente le sue responsabilità. Questo a partire dal momento in cui è stata diramata la lista dei convocati, che aveva fatto storcere il naso ad appassionati ed addetti ai lavori. Tra tutti, spiccavano le assenze di elementi che avevano condotto un’ottima stagione e, allo stesso tempo, la presenza di giocatori che di fatto non avevano proprio giocato.

Rientrano nella prima definizione nomi come Orsolini e Bonaventura, protagonisti di buonissime annate con le maglie di Bologna e Fiorentina. Per quanto riguarda il secondo gruppo menzionato, il riferimento va senza dubbio a Fagioli, convocato pur avendo nelle gambe una sola partita con la maglia della Juventus. Il centrocampista era squalificato a causa della vicenda legata alle scommesse: pur essendosi potuto allenare con la squadra bianconera per tutto l’anno, il ritorno in campo è avvenuto solo a maggio. È evidente perciò che la condizione psicofisica era lontana dai livelli ottimali.

Il lato atletico e fisico è un aspetto che merita di essere tenuto in considerazione nella valutazione complessiva della manifestazione. La nazionale azzurra si è dimostrata sempre in ritardo sulle seconde palle e mai realmente in condizione fin dalla fase a gironi. Un ritardo evidente se paragonato con altre compagini come la Spagna, che è sempre stata libera di utilizzare i suoi esterni offensivi lungo le corsie laterali. In particolari è stato Williams a dimostrarsi ampiamente superiore a Di Lorenzo, sistematicamente saltato dal giovane iberico.

Promossi

Impossibile non citare Donnarumma, capitano della spedizione e in grado di rendere il punteggio meno pesante in alcune uscite. Il giovane portiere del Paris Saint-Germain ha dimostrato carattere e personalità nonostante i 25 anni, confermando di meritarsi a pieno titolo la titolarità della porta azzurra. Ad onor del vero è solo l’ex portiere del Milan a salvarsi in questa spedizione europea. Volendo però aggiungere almeno altri due nomi, è possibile menzionare Calafiori e Zaccagni. Il primo si è consacrato in campo europeo dopo una stagione su alti livelli a Bologna mentre il secondo ha trovato un gol che è valso l’intera annata, giocata invece al di sotto delle aspettative con la maglia della Lazio.

Rimandati

Questi nomi non figurano tra i flop in senso assoluto ma di certo richiedono molte riflessioni per il futuro. Alcuni di questi rappresentano senza dubbio dei punti fermi per la nazionale ma la discontinuità è un elemento che occorre considerare sul lungo periodo, soprattutto in manifestazioni brevi come in questo caso. I riferimenti vanno a Barella e Bastoni: certamente brillanti tra le fila dell’Inter ma lontani da quei livelli con la maglia della nazionale.

Molti dubbi hanno riguardato, inoltre, Cambiaso e Fagioli. Entrambi però è sembrato fossero mandati in campo allo sbaraglio: le qualità tecniche non vengono messe in discussione ed è lecito attendersi una nuova chance per loro nel brevissimo periodo.

Bocciati

Guardando l’esito della manifestazione e i match disputati, è evidente come l’elenco più lungo sia quello relativo ai bocciati. A partire dalla difesa, con Darmian, Mancini e soprattutto Di Lorenzo. Quest’ultimo ha l’attenuante, se così si può definire, di una stagione molto complicata con la maglia del Napoli, che ha chiuso al decimo posto in Serie A. Lo stesso alibi però non vale per Darmian, che si è laureato campione con l’Inter e che invece con la divisa degli Azzurri è apparso un altro giocatore: statico e poco propenso alle spinte lungo le fasce. Mancini è in realtà il difensore che meno si può criticare considerato il minutaggio molto scarso, praticamente invalutabile l’Europeo per Gatti, non schierato da mister Spalletti, convocato in extremis a causa dell’infortunio di Scalvini nell’ultima giornata di campionato (con la maglia dell’Atalanta).

Per quanto riguarda il centrocampo, il flop più rumoroso è stato quello di Jorginho, uno tra gli elementi con più esperienza nella spedizione azzurra. Il regista ex Napoli non ha però soddisfatto le attese, dimostrando scarsa personalità in campo, oltre che offrendo poco anche dal punto di vista tecnico tattico. Barella è un’altra delle delusioni dell’Europeo: con la divisa dell’Italia è apparso il lontano parente di quello ammirato con la maglia dell’Inter. È suo uno dei pochi gol della spedizione azzurra, ma troppo poco per considerare sufficiente l’intera manifestazione.

Il fronte offensivo è stato senza dubbio uno dei più deludenti in assoluto. In parte le responsabilità sono dovute a cambi tattici ripetuti che non hanno giovato a nessun reparto in particolare. In generale però sono stati gli interpreti ad aver deluso, soprattutto considerando la stagione disputata con i rispettivi club. L’esempio più lampante è senza dubbio Scamacca, che ha ritrovato la nazionale dopo la cura rigenerante di Gasperini con la maglia dell’Atalanta. Il centravanti ex Sassuolo è stato il titolare dei bergamaschi per tutta la seconda parte di stagione, trionfando anche in Europa League contro la corazzata Bayer Leverkusen.

Il gioco di mister Gasperini è però molto diverso da quello di Spalletti, molto più votato all’attacco e al dinamismo di reparto. Elementi che sono evidentemente mancati nella spedizione azzurra, tanto da rendere gli attaccanti pedine isolate nel campo. La delusione per Scamacca è tanta ma non ha più attenuanti Retegui, il secondo centravanti convocato da Spalletti. La punta del Genoa è apparsa fuori dagli schemi in quasi tutte le uscite fatte, dimostrando come il reparto offensivo sia da riscrivere totalmente in vista dei prossimi impegni di Nations League (a settembre).

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